Budapest

 

WhatsApp Image 2020-01-18 at 13.41.09

BUDAPEST – Gennaio 2020

 

 

Ci ero stata 27 anni fa. Nei miei vaghi ricordi mi erano rimasti impressi il Parlamento, il Ponte delle Catene e il Bastione dei Pescatori, nonché un’atmosfera grigia, quasi velata. Oggi Budapest è una città viva, giovane e dinamica, capace di coniugare perfettamente le bellezze del passato con le modernità. I suoi locali sono arredati con gusto, attenzione, interpretazione.

Quattro giorni sono più che sufficienti per vedere i must: il Parlamento, in assoluto il numero uno, d’una bellezza ipnotica; la collina del Castello, in lungo e in largo con i suoi musei, il Bastione dei Pescatori, la Chiesa di Mattia; il coinvolgente quartiere Ebraico con la Grande Sinagoga; la Basilica di Santo Stefano; i ponti sul Danubio, uno più bello dell’altro, soprattutto quello Liberty e quello delle Catene.

Con un volo Ryanair da Pisa, Susy ed io siamo arrivate poco oltre le nove di sera e abbiamo preso un taxi per arrivare in hotel più comodamente. Per il nostro soggiorno abbiamo scelto l’OnRiver Hotels – MS Cézanne, una nave dal fascino retró ormeggiata sul Danubio, lato Buda, poco prima dell’Isola Margherita. Giudizio: sistemazione piacevole e confortevole, ottima colazione, personale gentile e disponibilissimo alla reception nonché al bar; abbiamo apprezzato un po’ meno il cameriere dell’unica cena che abbiamo scelto di fare a bordo, comunque buone le pietanze; in area assolutamente silenziosa, logisticamente è abbastanza funzionale.

Essendo il primo giorno dell’anno i ristoranti nei paraggi sono chiusi. A dire il vero non abbiamo neanche voglia di cenare, è piuttosto tardi, sicché chiediamo al bar due bicchieroni di latte caldo che ci beviamo in camera con i biscotti.

Recuperiamo con l’ottima e abbondante colazione a buffet servita nell’ampio salone affacciato sul Danubio che regala la visione del meraviglioso Parlamento. Con la luce del mattino, appare quasi rosato. Fuori fa veramente freddo, ci sono quattro gradi sotto zero, è necessario coprirsi bene con tanto di guanti e berretto. Per farci un’idea della città, prendendole le misure al calduccio, abbiamo deciso di fare un tour con un bus turistico che ferma nei i siti principali con possibilità di salire e scendere a piacimento. Scelta azzeccatissima anche per ascoltare la storia e le curiosità della città grazie alle cuffie con disco registrato multilingue. A Budapest ci sono tre compagnie che fanno lo stesso giro allo stesso prezzo. Saliamo perciò sul primo che arriva. Andando avanti il bus si riempie velocemente, a quanto pare non siamo le uniche ad aver avuto questa idea…

Dal Ponte Margherita passiamo davanti alla Nyugati Station, accanto alla Basilica di Santo Stefano, arriviamo a Piazza degli Eroi, risaliamo il viale Andrassy dove c’è l’Opera (in restauro). Scendiamo davanti al New York Cafe dove c’è una lunga coda per entrare. Non ci va di farla perciò ci addentriamo nel vicino quartiere Ebraico. Una stradina tira l’altra fino a ritrovarci al Szimpla Kert, il più famoso ruin pub di Budapest, un locale fantastico, eclettico, giovane. Girovaghiamo al suo interno entusiasmandoci per ogni dettaglio. L’ambiente più originale è senz’altro quello con le vasche da bagno con i cuscini in cui sdraiarsi per sorseggiare una birra.

Ci rimettiamo in strada, passando davanti al Museo dell’Elettrotecnica e ad edifici caratterizzati da vasti murales, approdando al 41 di Kazinczy utca per pranzare in un locale segnalato dalla pocket guide Lonely Planet uscita a novembre 2019, il Koleves,  che ci accoglie con il calore dei suoi interni ed il particolare e studiato arredamento. La zuppa di zucca, aromatizzata allo zenzero e all’arancio, è divina. Buonissimo anche il piatto di formaggi caprini caldi con verdure.

Consumato il delizioso pranzetto riprendiamo l’esplorazione del quartiere. Ad un certo punto mi sento chiamare.. è Cristina, una ragazza che ho conosciuto nel 2011 in Zambia! Un incredibile e vero piacere incontrarla dopo tanti anni.. e in maniera così inusuale!

Passiamo attraverso la Gozsdu Court in Kiraly utca, un passaggio commerciale che troviamo poco interessante, fino a trovare la Grande Sinagoga, la più grande del mondo dopo quella di New York. E’ davvero immensa. Facciamo i biglietti ed entriamo. Un ragazzo che vigila all’interno ci indirizza verso il fondo a destra dove c’è la guida in italiano. All’interno della Sinagoga notiamo infatti diversi raggruppamenti, ognuno per una lingua diversa; che organizzazione!

La spiegazione gratuita, sulla storia del quartiere, della Sinagoga, dei film girati in loco, continua anche all’esterno e quando finisce puoi ricominciare daccapo o vagare per conto tuo in tutta l‘area prima di uscire dai grandi tornelli in fondo al giardino.

Fuori si è fatto buio. Infiliamo la via dello shopping ancora illuminata a festa dalle luminarie natalizie fino alla Piazza Vorosmarty Ter per metterci in coda davanti a Gerbeaud, la pasticceria più famosa di Budapest. Una cioccolata calda non ce  la leva nessuno!

Terminiamo la giornata con un giro serale in battello, compreso nel biglietto del CitySightseeing Bus, per ammirare la città da un altro punto di vista. Il battello è gremito, i vetri appannati, per godere della bellezza del Parlamento, che di notte sembra dorato, dobbiamo uscire un attimo fuori nonostante il freddo. Consiglio la crociera? Ma sì… Magari merita con la cena inclusa e avrei voluto farla su quel battello che ha la struttura liberty, credo che si chiami Legenda.

Rientriamo in albergo passando dalla Martyrs Square dove c’è la scultura bronzea Imre Nagy Memorial che avvolta da una leggera nebbia è alquanto suggestiva. Attraversiamo a piedi il Ponte Margherita e ci siamo. La cena? Anche stasera a nanna con tisana e biscottini.

Ci rifacciamo nuovamente con la colazione, talmente ricca che ce la godiamo con tutta calma, tanto chi ci corre dietro? Avendo fatto un biglietto valido due giorni, costa 9500 Ft contro gli 8000 Ft per un giorno solo, ripartiamo col bus turistico per scendere innanzitutto alla vecchia Stazione Ferroviaria Nyugati. Risaliamo sul bus, mentre fuori nevischia, per scendere alla Basilica di Santo Stefano che svetta in mezzo al quartiere del centro. Gli interni sono un’apoteosi di decorazioni. La mano, preziosa reliquia del Santo, è custodita dentro una teca di vetro.

Poco lontano c’è un mercato all’aperto dove curiosiamo un po’ tra i banchi. Ripreso il bus restiamo bloccate nel traffico congestionato di Pest all’altezza dei Ponti Elisabetta e della Libertà. Passiamo sul lato di Buda, ci vediamo la Cittadella poi scendiamo in Piazza Batthyany per pranzare all’interno del vecchio mercato coperto allo Steamhouse Cafe con un ottimo piatto di lenticchie. Concludiamo la giornata alle Terme Gellert, prenotate dall’Italia (ingresso con cabina). E meno male! per fare il biglietto d’ingresso c’è una coda infinita. Consiglio queste terme? Ni… sono le più famose, una vera istituzione… ma dovessi dire che mi sono strappata i capelli proprio no, né per la struttura né per le acque. Info utile: dopo aver fatto il biglietto, quando passate il tornello, vi viene dato un braccialetto elettronico; per sapere in quale cabina andare a cambiarvi dovete memorizzare il numero che appare sul piccolo monitor del vero ingresso termale.  Per l’apertura e la chiusura della cabina ci sono gli inservienti che spiegano l’uso del braccialetto.

Ceniamo rilassate in hotel immaginando che la qualità sia commisurabile alla colazione. Non restiamo deluse, il paté d’oca brulé è stupendo, buona l’hortobagy palacsinta (la crèpe ungherese) e la carne, ma il servizio lascia abbastanza a desiderare… ma che importa se il cameriere è insofferente e si è dimenticato di portarci il pane. Rispetto a latte e biscotti è una signora cena e siamo già “a casa” al calduccio…

Oggi ci muoveremo con i mezzi locali utilizzando la Budapest Card da 24h, un agevole pass giornaliero che consente di viaggiare su tutti i mezzi disponibili: metro, treno suburbano HÉV, tram, autobus. Si può comprare la Card nelle stazioni della metro ma anche negli alberghi ed è disponibile da 24h, 48h, 72h. C’è anche una Card  da 72h Junior e una da 72h Plus che include l’airport shuttle, una gita in battello sul Danubio, la Funicolare, l’ingresso nella Chiesa di Mattia e varie attrazioni. Fondamentale è farsi dare la mappa dei trasporti pubblici.

Il cielo è coperto. E vabbè non si può avere tutto. La nostra meta è la Collina del Castello con tutte le sue ricchezze e con tutta la giornata a disposizione. Ci si può andare con gli autobus 16, 16A e 116 oppure con la Funicolare Budavári Sikló o con i minibus del Castello.  Arrivate col tram in Clark Ádam tér, ai piedi della collina, saliamo sull’Official Castle Bus che con la Budapest Card è free. Il piccolo mezzo si inerpica facendo poi varie fermate. Noi scendiamo alla prima perché vogliamo girare a piedi. Accompagnate da  qualche timido raggio di sole ci inebriamo del panorama della città dall’alto del bianco Bastione dei Pescatori. Lo ricordavo più grigio e praticamente deserto. Ora risplende abbagliante ed è affollato di gente. E’ bellissima anche la Chiesa di Mattia che vediamo però solo dall’esterno. Buonissimo il punch caldo venduto al chioschetto nella piazza. Risaliamo fino al Museo di Storia Militare, percorriamo le stradine entrando nei negozi, più per riscaldarci che per guardare e acquistare, eccezion fatta per il Vöros Sün dove, oltre ai consueti tessuti ricamati e altro, troviamo un’insolita bambola che corrisponde a una favola. Ad esempio quella di Cappuccetto Rosso ha da una parte Cappuccetto e dall’altra, capovolgendola, diventa il lupo travestito da nonna, con tanto di occhiali. Una gonna cucita centralmente ricopre il personaggio opposto. Pranziamo al Fekeke Holló Vendéglő, un ristorantino in cui incappiamo per caso, dove ci viene fatta pure una sviolinata dal musicista del locale. Il goulash è molto buono.

Rinfrancate dalla sosta prandiale ci portiamo sull’altro lato della collina per andare a visitare il Palazzo Reale e il Museo di Storia (con la Card entrambi gli ingressi sono free).

In uno dei cortili del Palazzo c’è una mostra fotografica temporanea; su un tavolo sono appoggiati degli specchi e altri oggetti con i quali è possibile fare delle foto creando un gioco di immagini distorte o caleidoscopiche. Impossibile esimersi dal baloccarsi… Il Museo di Storia ha varie sale con quadri e reperti di tutti i tipi. Ma la parte più interessante del Palazzo è tra le sotterranee mura medioevali, negli ambienti con le volte gotiche dove sono esposte delle antichità ma soprattutto dove si trova una piccola Cappella Gotica di rara bellezza. Da non perdere.

Usciamo con un bicchierone di vin brulé in mano per affrontare la temperatura che è scesa di qualche grado. Dai giardini del Castello, affacciate accanto alla funicolare Siclo che fa su e giù vertiginosamente, la città ci riappare in tutta la sua folgorante bellezza notturna grazie all’attenta illuminazione. Spiccano su tutto il Ponte delle Catene, il Parlamento e la Basilica.

Nei paraggi del Parlamento, che non possiamo fare a meno di vedere da vicino di notte, illuminato e splendente, ci rifugiamo all’Osteria Da Mario, situata in Vécsey utca, già stanche dei pesanti piatti ungheresi. La pizza è proprio buona, così pure i tortellini fatti a mano, in brodo, vero brodo. Il gestore dell’Osteria ci invita a passare a vedere l’altro locale dello stesso proprietario, situato vicino alla Basilica. Ok, con piacere, magari domani.

Ultimo giorno di questa breve vacanza perfetta “per cambiare aria”.. infatti è fredda e pungente.

Oggi ci basteranno pochi biglietti singoli per muoverci con i mezzi pubblici. Memo: obliterare i biglietti! Ci sono stati controllati due volte! Prima tappa al Parlamento, per vederlo da vicino anche di giorno. Eh non c’è niente da fare.. è una droga! Per una visita guidata in italiano non c’è disponibilità, ci sarebbe posto dopo pranzo ma in inglese; siccome Susy non potrebbe apprezzarlo lasciamo perdere. Se siete particolarmente interessati al tour prenotatelo in anticipo. Proseguiamo passeggiando lungo il marciapiede che costeggia il Danubio per vedere le scarpe di bronzo in memoria delle vittime dell’Olocausto. Qui si è consumata una triste pagina di storia che ha visto esseri umani gettati da altri esseri, non umani, nelle gelide acque del fiume per trovarvi la morte.

Torniamo nel quartiere ebraico, che ci è piaciuto tanto, per gironzolarvi ancora un po’, complice la bella giornata di sole. Avremmo voluto pranzare dentro al Grande Mercato Nagycsarnok ma la domenica è chiuso, tenetelo a mente. Noi a dire il vero abbiamo proprio perso la cognizione del tempo, del giorno e della data. Sappiamo solo che oggi dobbiamo levare le tende. Che facciamo? Torniamo in centro e già che ci siamo facciamo un salto a vedere il ristorante Akademia Italia Budapest suggeritoci ieri sera? Ma sì.. magari ci beviamo un cappuccino. Il Ristorante è a sinistra della Basilica, in Szent István ter, impossibile non notarlo. L’ambiente è stupendo, tutto bianco, su due piani, con “isole” dedicate a pizza, dolci, primi e secondi piatti. Alle pareti sono esposte gigantografie di alcune ricette base della cucina italiana. L’arredamento è accurato fin nei minimi particolari. Le grandi vetrate permettono ai commensali di godere della luce esterna e della vista della Basilica. Al piano di sotto c’è un piccolo orto con le principali erbe utilizzate in cucina: prezzemolo, rosmarino, origano e salvia, di cui, su grandi lavagne, ne sono descritte le proprietà. Quattro grandi latte dispensano olio d’oliva proveniente da differenti regioni italiane; una quinta latta contiene aceto balsamico di Modena; c’è la cantina dei vini e la vendita di prodotti tipici italiani di alta qualità; c’è infine l’area dedicata alla scuola di cucina. Il gestore del ristorante ci presenta la moglie del proprietario e ci invita ad assistere alla lezione di cucina in cui stanno per cimentarsi dei bambini. A causa dei vari profumi che aleggiano nell’aria a noi è ormai venuto un certo languorino. Come si suol dire tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino! perciò decidiamo di restare a pranzo, altro che cappuccino! Un ultimo giretto a piedi ci porta a curiosare dentro a grandi store di abbigliamento vintage, poi torniamo a prendere i bagagli in albergo. Contrariamente all’andata, utilizziamo gli efficientissimi mezzi pubblici prendendo la metro fino alla stazione Deak Ferenc da dove parte il bus 100E che con soli 900 Ft (neanche 3,00 euro) va diretto all’aeroporto Listz Ferenc in 40 minuti. Biglietti acquistati alla stazione Deak Ferenc.

Info utile finale: il miglior cambio Euro-Huf l’abbiamo trovato in aeroporto!

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Commenti chiusi