Portogallo

portogallo

PORTOGALLO

 Periodo: giugno 2013

 Durata: una settimana

 Tipologia : fai da te

 

 

ITINERARIO e alloggi

OBIDOS, ESTALAGEM DO CONVENTO – www.estalagemdoconvento.com

LISBONA, CASA DE SANTOS B&B www.casadesantos.net

PORTO, GRANDE HOTEL DE PARIS www.hotelparis.pt

Note: l’adattatore per la corrente non serve.

 

Domenica 9 giugno, PORTO – OBIDOS

 

Il volo Ryanair atterra puntuale all’Aeroporto Francisco Sá Carneiro di PORTO.

Per non ingrullire andiamo alla stazione dei bus della Rede Express prendendo un taxi.

Errore! Anzi, Orrore! 27,00 euro per 11 km sono un vero furto! avevo letto che non costava molto..

Se avete tempo prendete la metro fino a São Bento (cambiando a Trindade), la stazione dei bus è poco distante. Calcolate per sicurezza un ora (al massimo). Pranziamo nel bar Tropical in Praça da Batalha, un locale piuttosto anonimo, grigio come il cielo di questa giornata.

Occhio ai petiscos: in tutti i ristoranti portoghesi il cameriere posa sulla tavola un cestino col pane ed una serie di stuzzichini (olive, polpettine, salsine, frittatine, ecc). Se li mangi li paghi, se non li tocchi o li rimandi indietro non vanno sul conto.

Susy prende una zuppa di legumi che dalle smorfie che fa non dev’essere speciale, il mio trancio di pesce alla griglia con spinaci mantecati e riso con gamberi invece è buono ed i dolci in vetrina sono invitanti. Spendiamo 9.20 € in due, inclusa una bottiglia d’acqua.

Con una sola settimana a disposizione abbiamo valutato l’ipotesi di prendere un’auto ma tra il noleggio, la benzina (qui la super senza piombo costa meno, 1.508 €/lt contro i nostri 1.8 e rotti), i parcheggi ed essere poi tentate di deviare per vedere di più – in realtà per vedere di meno –  abbiamo deciso di optare per i mezzi pubblici. La Stazione dei bus REDE EXPRESSOS è in Rua Alexandre Herculano 75, una brutta via dietro piazza Batalha. Il bus da PORTO fino a CALDAS DA RAINHA costa 17,10 €. Ferma a Coimbra e a Leira si cambia.

Tempo di percorrenza 3 ore 50 min.

La fortuna ci assiste e giunte alla stazione dei bus di Caldas da Rainha becchiamo la coincidenza per OBIDOS che dista 8 km. “Quando nel 1228 Dom Sancho II visitò il borgo insieme alla giovane sposa Isabella, lei ne fu talmente affascinata che il re volle fargliene dono. Da allora, e fino al 1833, Obidos è sempre stato il regalo di nozze dei re portoghesi alle loro regine, e appannaggio esclusivo delle sovrane del Portogallo che venivano, tra le mura del castello, a vivere le gioie dell’amore o a dimenticare i più grandi dolori ” (Europa città da scoprire, vol. 1, TCI).

OBIDOS, le mura merlate incorniciano il suo castello, infinità di piante e fiori multicolorano i muri bianchissimi profilati di intensi giallo e blu. Già da lontano ce ne innamoriamo a prima vista.

Il nostro albergo, l’ESTALAGEM DO CONVENTO è a sud appena fuori le mura.

Veniamo accolte calorosamente da Nathàlia che si premura di darci una piantina del borgo in italiano con la legenda dei principali siti e alcune indicazioni per cenare.

Dell’albergo osserviamo tutto: i pavimenti, le scale, gli arredi, la sala ristorante. Siamo estasiate.

La nostra camera è ampia, pulita, confortevole e dotata di un piccolo balcone.

Usciamo a fare due passi. Fa inaspettatamente freddo.

Obidos è attraversata in orizzontale dalla Rua Direita. Salendo dal basso all’estremità destra c’è la Chiesa sconsacrata di São Tiago, antica tappa dei pellegrini diretti a Santiago de Compostela, costruita nel 1186 e distrutta dal terremoto del 1755, oggi auditorium comunale che ospita una libreria, all’estremità sinistra c’è la Porta da Vila, risalente al 1380, varcando la quale si viene conquistati dalla nicchia di Nossa Senhora da Piedade rivestita da azulejos del 700. I vicoli acciottolati, con i vasi di fiori appesi lungo i muri e alle finestre della case, regalano scorci accattivanti. Ci facciamo intrigare dai numerosi negozietti, ci piace tutto, ma ora pensiamo a cenare.

Seguendo l’ottimo consiglio di Nathàlia entriamo nel bel Ristorante PETRARUM DOMUS www.petrarumdomus.com  dove c’è la ruota di una macina utilizzata come tavolo, un buon servizio ma soprattutto un mondiale pollo ripieno di prugne e albicocche secche in salsa d’arancia e scorzette accompagnato da gateau di patate, crauti, barbine rosse, broccoli, carote e un assaggio di riso basmati! poi vogliamo parlare del vino? e delle pere affogate nel Madeira per dessert? Per la cena spendiamo 39,50 € in due. Ci vorrebbe una Ginja, ma chi ci riporta a casa di questo passo? L’assaggeremo domani.

 

Lunedì 10 giugno, OBIDOS

 

Ben due coperte di lana ho tirato fuori dall’armadio stanotte. Anche oggi il cielo è coperto.

La colazione è servita in quello cha a noi sembra un ex chiostro del convento divenuto salone, con colonne ed archi gotici, un camino, tende di velluto, stendardi.

Siamo nel borgo dei Crociati dell’Ordine di Calatrava!

Gli altri ospiti mangiano in religioso silenzio, noi siamo già mentalmente attive e loquaci.

Perlustriamo Obidos cambiando la nostra prospettiva di osservazione salendo sulle mura che la racchiudono. La ronda è lunga un 1.5 km e non c’è quel pericolo descritto nelle guide se il percorso viene fatto di giorno, e la vista è magnifica. Sotto di noi si stende il borgo con i suoi tetti, le sue case, i giardini, le palme, gli orci, le colonne, chiese grandi e minuscole.

Ci ripassiamo tutti i negozi della Rua Direita.

Nei negozi i souvenir vanno dai magneti ai tappeti, presepi di ogni forma e dimensione, biancheria per la casa e stoffe ricamate, gioielli e borse fatti con il sughero, ceramiche, soldatini.

Pranziamo alla GARRAFERIA E PASTELARIA DOM AFONSO con un gustoso crostone ed una quiche spendendo 15.50 € in due incluso un dolce, acqua e caffè e riprendiamo i nostri giri.

Ad una cert’ora ci sentiamo ubriache e non solo per le varie Ginje degustate alla ricerca della migliore. I negozi ci sembrano tutti uguali a parte la LOJA DO LAGAR www.lojadolagar.net che ha delle cose originalissime e di pregio, soprattutto azulejos e complementi d’arredamento (lampade e vasellame davvero stupendi).

Appena fuori le mura, a sud, ci fermiamo al BAR CAVE DO VALE, Rua Dom João d’Ornelas, per assaggiare l’esclusiva specialità del locale, garbatamente alcolica: EL TOUPEIRO, un mix estremamente gradevole di vino e altri ingredienti segreti che si degusta con un oliva come il Martini, è talmente buono che ne berremmo una damigiana!

Neanche a farlo apposta stasera, proprio vicino all’Hotel nel locale dove abbiamo pensato di cenare, c’è la serata di Fado. Il TROCA TINTOS è un piccolo ristorante gestito da una coppia simpatica e attenta. Prendiamo gamberoni all’aglio (che non torna su, è fantastico) e polpettine di baccalà accompagnate da riso basmati profumato al gelsomino. Tutto buono. Il conto è di 50,70 € in due.

Siamo in pochi perciò l’esibizione di Fado è tutta per noi: alla chitarra José Pires, canta Deolinda Bernardo. C’è una regola, non passare davanti alla cantante, il ragazzo che serve ai tavoli infatti corre su e giù piegato sulle ginocchia. Totalmente neofita di Fado e senza pregiudizi sulle prime devo capire se mi piace. Deolinda è un’ottima interprete ed intercala il puro Fado ad altri canti popolari. Non ascolterei questa musica in continuazione ma mi emoziono, sì, mi piace. Dopo tre ore però, complice una bottiglia di vino rosé davvero buono, inizia a calarci la palpebra. Ma cantante e chitarrista sono lanciatissimi, si succedono i pezzi, le dediche, anche una ballata dei proprietari del locale. Andiamo a dormire dopo mezzanotte, per fortuna siamo a due passi.

 

Martedì 11 giugno, OBIDOS – PENISOLA DI PENICHE – LISBONA

 

Susy è stata ammaliata dalla descrizione delle falesie rocciose erose dai venti della penisola di Peniche che le ha fatto la negoziante della “Coroa da Rainha” dove abbiamo comprato un paio di graziose camicette. Per andarci non esistono autobus ma l’albergo può prenotarci un taxi che per andare e tornare, a disposizione due ore, chiede 40,00 €. Nonostante il sonno pesante in cui avremmo continuato a sprofondare ed il tempo invariabilmente nuvoloso ci alziamo per tempo e partiamo col taxi alle 9.30.

Peniche dista 8 km, le rocce frastagliate dal mare e dal vento sono bellissime ma il paesaggio è deturpato dai tanti casermoni frutto di un’incontrollata espansione edilizia turistica. Le due lunghe e splendide spiagge sono deserte, in acqua ci sono alcuni surfisti, tira un forte vento.

Insomma l’escursione non è niente di imperdibile, le industrie conserviere sono chiuse, forse merita il cuore del paese ma dobbiamo rientrare. Non avevo letto grandi cose su Peniche per cui non resto delusa più di tanto, Susy invece sì, da come gliel’aveva decantata la tipa si aspettava qualcosa di spettacolare. Beh, almeno non è rimasta col dubbio.

Tornate ad Obidos facciamo un giretto, ci beviamo un sumo de laranja nella Praça de Santa Maria, poi Susy vede il tappeto perfetto per il suo salotto. Qui c’è una lavorazione tradizionale dei tappeti, tessuti a mano in cotone e lana, molto colorati. Il tappeto scelto misura 2 x 1.50 mt e costa 24,00 €, come si fa a lasciarlo qui! C’è solo un problema, come lo porta casa? Abbiamo solo il bagaglio a mano, il tappeto pesa tre kg e con la Ryanair non c’è storia. Ma i portoghesi sono efficientissimi ed affidabili, tutti i negozi sono attrezzati per spedire le proprie mercanzie e ti mostrano le tariffe applicate dalle Poste (i tempi oltretutto sono veloci, il tappeto di Susy è arrivato a casa dopo dieci giorni). Affare fatto!

Pranziamo alla solita Garraferia poi lasciamo Obidos alla volta di LISBONA che dista 100 km.

Il bus della linea Rodoviaria do Tejo passa alle tre, il biglietto si fa a bordo (7,55 € cad).

Scendiamo alla stazione dei bus a CAMPO GRANDE che ha subito accanto l’omonima stazione della metro. Facciamo la carta VIVA VIAGEM + tre giornalieri (costo della carta 0,50€, giornaliero 6,00€). Il giornaliero ti permette di salire e scendere illimitatamente da metro, bus e tram elettrici, comodissimo. Prendiamo la linea verde e scendiamo a CAIS DO SODRÉ, l’ultima fermata. Attraversiamo il viale 24 luglio, oltrepassiamo il Mercado da Ribeira e risalendo Rua São Paulo entriamo in Rua Boavista dove è ubicato il nostro B&B, CASA DE SANTOS.

Pedro stamattina ha inviato un sms per conoscere l’ora del nostro arrivo. Troviamo ad attenderci Maria che ci informa sugli orari per la colazione, ci consegna le chiavi del portone, dell’appartamento – dove c’è anche una cucina attrezzata a disposizione dei clienti- e della nostra camera “Santos” dove ci accompagna. E’ come nelle foto, con la pelle di vacca sotto al letto!

L’arredamento della camera e di tutto l’appartamento è in stile “viaggiatore” ricco di cimeli asiatici ed africani, impegnativo da mantenere però, vedi gli “scopini” incastrati nelle abat-jours accanto al letto (forse degli scacciamosche tribali?) sui quali abbonda la polvere.

Avere la suite significa avere il bagno in camera e poter “cahar di molto” come canta Benigni nell’Inno del Corpo Sciolto perché nei cassetti del comò del bagno ci sono almeno venti rotoli di carta igienica, però – a parte un dispenser di normale sapone – mancano i piccoli boccetti di cortesia, la cuffia ecc, c’è la vasca con idromassaggio ma mancando il sapone apposta le bolle con che si fanno? e all’interno del mobile sotto lo specchio, dove c’è un phon, sono rimasti dei capelli.

Di un alloggio guardo la posizione, la vicinanza ai mezzi pubblici, la pulizia e la sicurezza, la disponibilità del personale ed il comfort nella sua categoria.

Avete visto VIAGGIO SOLA di Maria Sole Tognazzi con Margherita Buy?

Una doccia veloce e via al vicino ASCENSOR DA BICA (una corsa costa 3,60 € ma si può prendere tutte le volte che si vuole con la carta Viva Viagem).

L’Ascensor da Bica è la nostra prima vera esperienza lisbonese. Sale ripido lungo Rua da Bica  de Duarte Belo e arrivato in cima si affaccia su Rua do Loreto. Staziona un pò, poi ritorna giù, poi torna su e va avanti così tutto il giorno fino a sera.

Ci incamminiamo in direzione del quartiere popolare della Madragoa. Da quanto sono consumate le piccole pietre dei marciapiedi di Lisbona sono lucide e lisce, c’è da scivolare.

Le strade sono strette, i cavi sono intricati, panni stesi pendono dagli elaborati balconi delle abitazioni, la gente è seduta sui gradini di casa a chiacchierare. Dalle finestre e sulle porte pendono dei pesci di cartone, le vetrine dei negozi sono cosparse di pesci di stoffa, i muri sono decorati con pesci adesivi e l’aria è pervasa dal profumo di pesce grigliato. Sono sardine. Tutti stanno preparando la festa di domani sistemando festoni, baracchini e grill per cucinare le sardine.

Si festeggia  Sant’Antonio che morì a Padova ma nacque a Lisbona, un Santo a cui i portoghesi sono molto devoti e le sardine, alimento tradizionale di Lisbona, sono il simbolo a ricordo del miracolo della predica ai pesci.

Oltre alle sardine si vedono e vendono piantine di basilico, una qualità dalle foglie minuscole, che i fidanzati regalano alle fidanzate con messaggi più o meno spiritosi.

Sant’Antonio è infatti anche il protettore del matrimonio, così il 12 giugno nella Cattedrale della Sé si celebrano matrimoni multipli per gli sposi che hanno difficoltà economiche.

Non ricordo come ho trovato e selezionato il ristorante e con quale ispirazione ma ho avuto fiuto, è stato il miglior ristorante della vacanza: VARINA DA MADRAGOA, in Rua das Madres 34-36, da fuori non si individua, c’è una porta verde con una targa.

L’ambiente è tipico e informale. Il Caldo Verde è una tipica zuppa di patate e cavolo verde tagliato a striscioline finissime insaporito da poche fette di salame, qui abbiamo assaggiato la migliore, così pure il baccalà con patate. Prendiamo anche calamari fritti per niente unti e tenerissimi con contorno di verdurine ed un riso con fagioli rossi mantecato ed aromatico. Per dessert io prendo un mango a fette e Susy un dolce sublime al cioccolato. Spendiamo 35,50 € in due, inclusa acqua e vino.

In pratica dieci e lode!

E da domani prenderemo un solo piatto in due perché le porzioni sono abbondanti.

Ah, dimenticavo, ho scoperto che in questo ristorante veniva a mangiare Saramago!

Per smaltire il tutto sappiamo cosa fare: camminare! domani però, ora la tentazione di salire subito sul Tram 28 è troppo forte. Il Tram sferraglia e arranca sulle strade, alcune così strette che sfiora i muri delle case. A Largo da Gracia c’è il capolinea, bisogna scendere e risalire sullo stesso Tram cinque metri più in là ripagando il biglietto ﴾non con Viva Viagem﴿.

Scendiamo nel Chiado per una birra nel locale storico A BRASILERIA dove incontriamo i primi portoghesi poco cordiali, forse sono stanchi, anche di vedere gli sguardi estasiati dei clienti.

 

Mercoledì 12 giugno, LISBONA

 

Nei letti portoghesi si dorme proprio bene.

Scendiamo al Bar MEZZANINE LOUNGE www.mezzaninelounge.pt – ingresso al numero 106/108  di Rua Boavista che ha lo stesso arredamento della Casa do Santos ed è qui che è prevista la colazione inclusa nel prezzo della camera, un ricco buffet.

Col Tram andiamo in Praça do Comercio affacciata sul Tago, che però è in restauro quindi poco godibile, poi percorriamo le strade che prendono il nome dalle attività commerciali che vi si praticavano: Fanqueiros (fabbricanti di coltelli), Douradores (orafi), Bacalhoeiros (lavoratori di merluzzo), Correeiros (sellai), Sapateros (calzolai), mestieri di cui non è rimasta traccia. In queste strade e in quelle che le intersecano ci sono negozi globalizzati, con qualche eccezione però, come la OUTRA FAÇA DA LUA, in Rua da ,Assunçao must del vintage con annesso un bar.

L’ELEVADOR DE SANTA JUSTA costruito in ferro battuto da Raul Mesner du Ponsard, allievo di Eiffel, svetta in quest’area e fa su e giù per mostrare il panorama dall’alto dei suoi 45 metri.

Nel giorno dedicato a Sant’Antonio andiamo a visitare la sua Chiesa, poco distante dalla Sé.

Compriamo anche noi i panini benedetti e ci uniamo al gran via vai di fedeli.

La Cattedrale invece è inavvicinabile, oggi al suo interno si celebrano i famosi matrimoni. La strada è sbarrata, non transitano neppure i mezzi pubblici,.

Siamo nel quartiere dell’Alfama e anche qui i lisbonesi si stanno attrezzando per la grande festa notturna addobbando le strade, preparando i banchi, decorando i cancelli con le piante di basilico.

Sono molto in voga infatti tre parrucche sponsorizzate dalla birra Super Bock: una è la sardina, la seconda la pelata da frate, la terza il basilico.

Salendo e scendendo sbuchiamo in una piazza, Campo das Cebolas, dove c’è un’Arrarais, un tendone con tavoli apparecchiati dove ci sediamo per pranzare ed assaggiare la sardinha assada! Gustosa, nutriente ed economica.

Riprendiamo la nostra peregrinazione per Rua dos Bacalhoeiros, passando davanti alla cinquecentesca Casa dos Bicos, oggi sede della Fondazione  José Saramago, ed arriviamo alla CONSERVEIRA DE LISBOA www.conserveiradelisboa.pt  apoteosi della sardina in scatola ancora incartata a mano.

Inerpicandoci su per varie scale (calçadas) ritorniamo alla Cattedrale ma il rito di nozze è tutt’ora in corso. La funzione è seguibile tramite altoparlanti nella piazza antistante, sono molte le persone che ascoltano e probabilmente sostano in attesa dell’uscita degli sposi. Dopo una decina di promesse di essere fedeli e amarsi e rispettarsi comprendiamo che la cosa andrà per le lunghe, chissà quante coppie stanno sposando! perciò ripartiamo in esplorazione. Ci sono molti negozi interessanti, i portoghesi sono ingegnosi e fantasiosi, riciclano ogni cosa ricavandone oggetti davvero belli e simpatici. Non perdetevi il bellissimo negozio CHICORAÇAO www.chicoracao.pt  in Rua Augusto Rosa 22-24 che vende capi di lana e ha in esposizione una vecchia macchina da maglieria tedesca con le sedie della Singer. La commessa ci spiega che gli arredatori hanno fatto man bassa dei pezzi industriali delle fabbriche che hanno chiuso per la crisi.

Il Miradouro Santa Lucia è chiuso, probabilmente per motivi di sicurezza legati alla festa. Riusciamo comunque ad affacciarci al balcone dove c’è il chiosco e godere del bel panorama di Lisbona affacciata sul Tejo.

Saliamo ancora per visitare la Chiesa di São Vicente de Fora ed il suo chiostro con gli azulejos che raffigurano le Favole di la Fontaine poi ci perdiamo nelle stradine affumicandoci con le sardine sulle braci. Infiliamo nel quartiere della Mouraria, affascinante ma fatiscente e dove girano facce losche. Siamo contente quando ne usciamo e sarebbe anche l’ora di fare un salto a Casa de Santos perché stasera ci sarà talmente tanta confusione che sarà bene uscire senza niente addosso, giusto pochi Euro per cenare. Più volte nell’arco della giornata abbiamo ricevuto moniti di fare attenzione ai ladri. Al Miradouro Santa Lucia avevano da poco scippato una turista.

Prevedendo il delirio di questa giornata avevo chiesto ad un collega di Lisbona di prenotare la Tasca DO CHICO in Rua do Diàrio Noticias, da lui consigliatomi per ascoltare il Fado in un ambiente informale, ma per una strana ragione nella sua mail di conferma c’è scritto che ha prenotato alla  Tasca DO XICO, Rua dos Remedios. Ci rechiamo dunque  alla Tasca do Xico nell’Alfama. Prendiamo la metro fino a Santa Apollonia e da lì a Rua dos Remedios il tragitto a piedi è breve. Il traffico invece è paralizzato. La Tasca do Xico non è un gran che ed il gestore è sgarbatissimo. Tento di dirgli che abbiamo una prenotazione ma lui, senza guardarci per quanto siam lunghe, ci dice scocciato metterci a sedere. Cosa c’è stasera? possiamo vedere un menù? Andate fuori e leggete sui cartelli! Calma eh? andiamo a vedere…. Anche la Tasca do Xico ha allestito per strada il proprio banco per la festa. Oggi tutti, locali autorizzati ma anche semplici privati, hanno tirato fuori il grill e cuociono le sardine per strada. Dunque leggiamo… mmhhh .. sardine alla brace.. ovviamente, .. carne.. ci sarebbe anche il baccalà cucinato in una maniera non ancora sperimentata.. No, non c’è! ma allora che lo scrivi a fare! Mi sta già parecchio antipatico ma, per riguardo al collega, non desisto e avvistata una ragazza col taccuino per le prenotazioni mi rivolgo a lei per informarla circa la nostra prenotazione. Lei, seccatissima – tale padre tale figlia? – mi risponde che oggi non si prendono prenotazioni! Benissimo grazie, ottima notizia e soprattutto tanti saluti! Ce ne andiamo. Ndr : il collega si è sicuramente confuso. Chissà se alla Tasca DO CHICO ci hanno aspettate. Ormai è andata. Per fame e stanchezza infiliamo dentro al primo ristorante dove si mostrano gentili, al Restaurante AL MARGEM dietro la Sé dove un signore iperattivo ma confusionario ci serve un baccalà stopposo ed una Dourada grelhada buona e delicata. Con la birra spendiamo 25,50 € in due.

Bevendo una Ginja dietro l’altra, ogni due metri ce n’è una, decretando che quella che ci piace di più è la GINJINHA DO CARMO, sulla Calçada do Carmo (all’inizio della scalinata, vicino alla stazione di Rossio) facciamo ritorno alla Casa de Santos camminando felici di vivere questa festa in mezzo ad una fiumana di gente allegra che mangia sardine, beve e balla.

Dentro al B&B la confusione non si sente, rimane fuori, Casa de Santos ha anche dei pregi.

 

Giovedì 13 giugno, LISBONA – BELEM

 

Colazione rilassata al Mezzanine Lounge e partenza dalla stazione di Cais de Sodré col Tram nr. 15 per BELEM. Avvicinandoci a Belem notiamo che le abitazioni appaiono in miglior stato. Scendiamo al MOSTEIRO DOS JERONIMOS, di candida bellezza in stile gotico-manuelino. All’interno della sua splendida Chiesa è sepolto Vasco de Gama!

Sul mare si erge il PADRĀO DOS DESCOBRIMENTOS (per oltrepassare la ferrovia scendere nel sottopassaggio). Per un viaggiatore come me il Monumento delle Scoperte è significativo.

A fianco, in netto contrasto architettonico col Mosteiro che lo fronteggia, c’è il CBB, MUSEU COLECÇAO BERARDO, che espone gratuitamente numerose opere di Arte Moderna.

Immancabile la sosta alla celeberrima Pasticceria ANTIGA CONFEITARIA DE BELEM www.pasteisdebelem.pt  dove il famoso Pasteis si scioglie letteralmente in bocca.

La pasticceria è attiva dal 1836, ha diverse sale, una particolarmente capiente, le pareti sono ricoperte da azulejos, il laboratorio è a vista attraverso enormi vetrate.

Tornate a Cais de Sodré prendiamo il traghetto che facendo la spola collega Lisbona a CACILHAS (il biglietto costa 1,80 € a tratta e la traversata è veloce).

Sull’altra sponda del Tejo regna la calma.

Subito di fronte all’attracco ci sono tre o quattro ristoranti ma si affacciano sul parcheggio, proviamo ad andare più in là? In direzione del Ponte del 25 Aprile, costeggiamo la banchina dove i pescatori buttano le lenze, gli edifici sono diroccati e pericolanti e vecchi argani arrugginiti sembrano sentinelle, arrivando ad un paio di ristoranti attigui, con tavoli colorati affacciati sulla piccola baia. Sono l’ATIRA-TE AO RIO e il PONTO FINAL.

Scegliamo l’ATIRA-TE AO RIO www.atirateaorio.pt dove per la prima volta accettiamo i petiscos, per la fame e perché meritano: olive macerate in erbe aromatiche, burro con mix di vari pepi, pasticcio di tonno. Come portata principale prendiamo un risotto con mariscos.

Col caldo, oggi finalmente esploso, la birra fresca è davvero piacevole.

A fine pasto ci rilassiamo sul muretto che si affaccia sul mare bevendo una Ginja gentilmente offerta dalla ragazza del ristorante. Non mi ricordo quanto s’è speso.

Passeggiata di ritorno e traghetto, metro fino a Santa Apollonia per acquistare i biglietti del treno per domani, metro fino alla stazione Baixa-Chiado per comprare un pensierino alle nostre nipotine in un negozio di Rua Garrett adocchiato ieri che ha delle cose davvero carine, il sito è www.dpam.com. Soddisfatte dei nostri acquisti ci incamminiamo verso la IGREJA DO CARMO per visitarla in questa giornata magnifica. Il cielo azzurro è la volta di questa Chiesa: nel 1755 il terremoto ne fece crollare il tetto sui fedeli e da allora è rimasta a cielo aperto come la nostra San Galgano. L’ingresso costa 3,50€ e li vale perché è davvero suggestiva.

E’ interessante anche il Museo Archeologico do Carmo (MAC) nelle sale in fondo alle navate.

Riprendiamo il su e giù per strade e calçadas con una sosta per un gelato da ARTESANI, accanto alla stazione di Rossio. Rientriamo a Casa de Santos per un veloce restauro e per eludere sardine e baccalà andiamo al ristorante vegetariano OS TIBETANOS www.tibetanos.com in Rua do Salitre 117 (Metro Avenida) consigliatomi dal mio maestro di yoga. Os Tibetanos è un’oasi di serenità, ha una sala interna ed una in giardino riparata come una serra, moderna e accogliente. I piatti tibetani sono ben cucinati e ben presentati. Ceniamo con gusto concludendo con uno sfizioso dolce di castagne e cioccolato, meraviglioso, ed un gelato alla rosa inebriante. Mi pare si sia speso sui 35,00 € in due. Felici e rilassate scendiamo a piedi lungo Avenida da Libertade poi prendiamo l’ELEVADOR DA GLORIA per salire fino all’animato Bairro Alto dove si concentrano i giovani e i turisti in cerca di sballo.

 

Venerdì 14 giugno, LISBONA – PORTO

 

Dopo colazione chiudo la valigia con la combinazione e capisco subito che si è bloccata. Niente da fare, il numero è quello, ma il lucchetto non si apre, se non fosse che dentro ci sono i biglietti del treno e che ci servono.. Per fortuna siamo nella zona dei ferramenta, chiederò a qualcuno di spaccarmi la serratura.

Pedro ha un bel dire che in ufficio c’è sempre qualcuno, volevamo liberare la stanza per non dover tornare a mezzogiorno invece dobbiamo lasciare le valigie in camera e prender su la chiave, altrimenti si rischia di non rientrare neppure nel palazzo. D’altronde anche lasciare i bagagli in ufficio con la possibilità di non trovarci nessuno prima di andar via..

Saliamo con il nostro Elevador da Bica dopo aver ricaricato la tessera Viva Viagem dal giornalaio. Arrivate sulla Rua do Loreto – dove c’è un restaurante*bar*sushibar*peixaria di tendenza da provare, il SEA ME www.peixariamoderna.com – prendiamo il Tram 28 raggiungendo la Sé per visitarla, poi col Bus 737 saliamo al CASTELO DE SĀO JORGE per fare due passi nei vicoli che scendono ai suoi piedi.

Mando un sms a Pedro per avvertirlo di liberarla lui la nostra stanza se gli serve e che comunque stiamo arrivando, ma non ricevo risposta. Quando rientriamo si è materializzato, lo salutiamo e scendiamo dal ferramenta che gentilmente con una cesoia spacca i ganci della cerniera bloccati nella serratura. Entriamo nel Mercato della Ribeira dove i banchi stanno chiudendo e decidiamo di pranzare nel piccolo snack-bar ristorante al suo interno che è carino.

Susy ordina delle bracioline di maiale tenere e gustose ed io la solita Dourada grigliata (questo pesce mi piace proprio). Peccato esser di corsa, il ristorante da sull’interno del mercato, si presume che il cibo sia fresco, i piatti son ben cucinati ed il cameriere serve con un garbo da ristorante di lusso. Da Cais de Sodré prendiamo la metro per  Santa Apollonia dove ci attende il nostro treno per PORTO che parte alle 14.00 spaccate (costo del biglietto da Lisbona a Porto 30,30 €, tempo di percorrenza 3h50min). Alle 17.50 arriviamo nella Stazione di CAMPAINHA dalla quale con lo stesso biglietto prendiamo un treno suburbano e scendiamo alla bellissima Stazione di SAO BENTO, riccamente adornata da enormi azulejos.

Ci avviamo lungo Avenida da Libertade e salendo sulla prima strada a sinistra, Rua da Fábrica, al civico 27 appare il nostro GRANDE HOTEL DE PARIS, un hotel due stelle, storico, perfettamente conservato dal 1853 in tutto il suo antico splendore.

Lo stile liberty avvolge i suoi clienti, riportandoli indietro nel tempo. La nostra camera è al terzo piano, piccola ma funzionale, molto bohemiènne.  Balcone e finestra danno su sgangherati tetti di case e fabbriche. All’orizzonte c’è la Igreja e la Torre dos Clérigos.

I gabbiani volano alti nel cielo ed il loro verso ci fa sentire veramente a PORTO.

Partiamo subito in ricognizione recandoci in Rua das Carmelitas alla LIVRARIA LELLO & IRMAO, fondata nel 1904, con la magnifica scala centrale ed i suoi interni lignei. Poco più in là, in Rua Anchieta, c’è A VIDA PORTUGUESA, un enorme stupendo emporio dove curiosare tra biancheria e accessori per la casa, giocattoli, saponi, quaderni, generi alimentari che richiamano un’epoca passata. Scendendo verso il fiume Douro ci si imbatte in molteplici cantieri, stanno ristrutturando strade e palazzi, ma sono molti gli edifici in pessime condizioni ed ovunque si leggono cartelli VENDE-SE. Si susseguono i negozi ed i ristoranti, alcuni di lusso e design, altri tradizionali. In Rua dos Clérigos 23 c’è LINHA 22 www.facebook.com/linha22 una café/mercearia dove degustare ottimi vini Porto accompagnati dai petiscos. Ci facciamo un aperitivo con assaggi di formaggi e di Porto, un Tawny ed un Vintage.

Di là dal Douro si vedono le cantine  di stoccaggio dei vari produttori: Calém, Quinta do Naval, Cruz, Offley, Sandeman, Ramos Pinto, Ferreira, Graham. I Rabelos, vecchie barche a vela che servivano per il trasporto del vino, sono ormeggiate su entrambi i lati con le botti in bella vista.

Ceniamo al POSTIGO DO CARVĀO www.postigodocarvao.webs.com un bel ristorante in Rua da Fonte Taurina dove cominciamo bene con una sangria bianca (con ananas e arancia), proseguiamo con una zuppa Caldo Verde (che non eguaglia quella della Varina da Madragoa di Lisbona) e totani grigliati davvero squisiti spendendo 22,50 € in due.

 

Sabato 15 giugno, PORTO

 

Il Grand Hotel de Paris propone un concorso fotografico che mette in palio un soggiorno di tre notti. Peccato non aver potuto portare la Reflex, non ho idea della resa della compatta con cui non posso fare certi scatti, oltretutto le luci sono ovunque soffuse quindi alcune foto non ci provo neanche a farle. Comunque a partecipare al concorso ci provo!

La colazione è allestita in un bel salone, il buffet è ricco ed invitante: frittata di patate, quiche con verdura e prosciutto, pomodorini al forno, salsicce, uova al tegame, affettati, formaggi, vari tipi di pane, brioches, torte, pudding di riso, yogurt, marmellate varie, anche quella solida tagliata a dadini.

La seria esplorazione di Porto inizia dal Mercado Do Bolhāo, passando da Rua do Bonjardim  dove ci colpisce un vecchio negozio rimasto intatto ed ancora in attività, vende parrucche, anche di capelli veri. Entriamo per vedere gli arredamenti Liberty e gli utensili per la confezione delle parrucche. All’angolo del mercato c’è un altro bel negozio d­’epoca: A MOREIRA DA SILVA vende sementi di piante, fiori e verdure esponendole in vetrina e sugli scaffali interni come se fossero gioielli. Di fronte all’ingresso del mercato c’è il negozio A PEROLA DO BOLHĀO rinomato per le preziose insegne Liberty.

Il MERCADO DO BOLÃO è su due piani, bella sia la struttura che i vecchi stand al pian terreno.

All’interno ha un ristorantino dove è possibile pranzare purché si entri nel mercato entro le una, perché chiude, poi però ci si può trattenere anche fino alle tre.

Uscite dal mercato percorriamo Rua Santa Catarina, la principale via dello shopping imbattendoci nel prestigioso MAJESTIC CAFĖ www.cafemajestic.com. Sontuoso e raffinato, un vero salto negli anni della Belle Epoque. E perché non pranzare qui? Ordiniamo un’insalata tropicale superbamente servita dentro un ananas svuotato, molto gustosa. Buono anche il dolce, il caffè invece non è eccellente quanto il resto. Spendiamo 51,50 €.

Nei vicoli che portano alla Cattedrale della Sé gruppi di donne giocano a carte e a tombola regalandoci immagini e ricordi di vita semplice.

In Rua São Sebastiao c’è il mercato coperto del pesce e di fronte c’è un ristorantino tradizionale dal quale proviene un profumino molto stuzzicante. Purtroppo è aperto solo a pranzo (e chiuso la domenica) altrimenti saremmo venute a cena sicuramente qui. Si chiama RETIRO DA SÉ.

La Sé è portentosa, come molte chiese di tutto il mondo esternamente è più bella che internamente, ma il suo Chiostro non delude, è un tripudio gotico arricchito dagli azulejos. Vale assolutamente gli onesti 3,00 € richiesti per l’ingresso che danno accesso anche al museo.

Dopo aver chiesto al Centro Informazioni del Terreiro da Sé come andare a Vila Nova de Gaia per vedere le Cantine del Porto, con la scusa che mi si sta scaricando la batteria della macchina fotografica torniamo in albergo per ricaricarla, fare una doccia rigenerante e ripartire.

Così magari, se ci va, restiamo a cena là.

Peccato che le impiegate del Centro Informazioni non diano dritte utili: ci hanno infatti consigliato di prendere il bus 900 che porta lontano dalle Cantine e non ci hanno detto la cosa più importante: alle 18.00 chiudono. Morale, perdiamo l’attimo e tutte le Cantine ci chiudono i portoni in faccia.

Siamo davvero indispettite. Per fortuna le Cantine di Vasconcellos, che probabilmente sanno che c’è chi resta a becco asciutto, sono le uniche che rimangono aperte oltre le sei e così riusciamo a vedere lo stoccaggio di botti e bottiglie di questo pregiato vino che viene prodotto a km e km di distanza, nella Valle del Douro, e poi trova le perfette condizioni climatiche per invecchiare a Porto.

Una guida ci spiega tutte le fasi della lavorazione, la differenza tra un Porto bianco ed uno rosso, tra un 7 anni, un 10 anni, un Tawny ed un Vintage poi ci accompagna al piano superiore per una degustazione.

Sicuramente le Cantine dei produttori più importanti sono più grandi ed attraenti da visitare, comunque ci andata bene. I ristoranti su questo lato del Tejo sono molto turistici, preferiamo tornare sulla nostra sponda ed il collegamento più rapido è camminando sul Ponte Luis I ammirandone la poderosa struttura. Cala il tramonto su Porto che si accende dei bagliori di lampioni e palazzi illuminati. Porto non si spegne mai.

Senza volere inciampiamo in un Ristorante che cercavo, A GRADE, che si nasconde sulle strette scale di Rua São Nicolas. Prendiamo dei gamberoni favolosi ed un tenerissimo polpo con riso ai fagioli rossi. Il servizio è veloce ed attento, ci viene offerto il bicchierino della staffa, spendiamo 41,00 € in due.

 

Domenica 16 giugno, PORTO

 

Dopo aver portato a buon fine l’ardua impresa di far entrare tutte le nostre scarabattole in valigia consueta super colazione e check-out.  Ci dispiace veramente tanto venir via, a Porto ci resteremmo volentieri qualche giorno in più. Nella grande stazione Metro di São Bento ieri notte c’è stata una festa, è devastata ma gli addetti sono già all’opera per ripulirla. C’è solo la biglietteria automatica, per l’aeroporto si preme il tasto Z4 (2,30€).

 

Il Portogallo mi ha sorpresa, mi piacerebbe vederne di più, la sua gente poi è cordialissima.

Se non ci siete mai stati visitatelo!

 

Boa Viagem!

Charlie

 

Ps non mettete scatole di sardine nel bagaglio a mano, pesano 120 gr e non passano!

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Commenti chiusi