SCOZIA – EDIMBURGO e dintorni
Periodo : aprile 2015
Durata : una settimana
Tipologia : FAI DA TE
ITINERARIO
EDIMBURGO – STIRLING – ST MONANS – LEITH
Le nostre PRENOTAZIONI (volo – pernottamenti)
VOLO RYANAIR DA PISA
EDIMBURGO – BALMORE GUESTHOUSE (check in 14.00 – 21.00)
Situata in una tranquilla via disseminata di Guesthouses, poco distante dal centro città raggiungibile con gli autobus. Personale accogliente e molto disponibile. La veranda per la colazione è deliziosa. A noi però hanno assegnato una camera molto piccola con un bagno microscopico. Il rapporto qualità prezzo va bene per una camera migliore. Vabbè, basta dormire no? Certo, ma battere ogni volta contro il portasciugamani perché nel bagno non ci si rigira e tornare a casa con i lividi non è gradevole. Inoltre, pur avendo prenotato con Booking con la clausola paga dopo, hanno addebitato l’importo prima del nostro arrivo, di poche ore ma non lo trovo corretto.
STIRLING – YOUTH HOSTEL (check in 15.00 – 23.00)
Bellissimo edificio posizionato nella zona alta accanto alla Cattedrale e in prossimità del Castello. Come struttura l’interno ricorda un carcere. Le camere sono decisamente basic ma funzionali. Grande salone per la colazione. Personale molto cortese.
ST MONANS – GRANNIE’S HARBOUR (check-in alle 16.00, diversamente da concordare)
La Guesthouse è affacciata proprio sul porto. Buona colazione in camera. Ann West è una donna fantastica, simpatica e pratica. In casa dimorano un paio di gatti (lo segnalo per gli allergici).
LEITH – HOLIDAY INN EXPRESS EDINBURGH WATERFRONT (check-in dale 14.00)
Hotel molto funzionale per visitare il Royal Yacht Britannia ma dalla zona mi aspettavo di più, forse perché a fine aprile c’è ancora poca vita.
Con il nostro EXPLORER PASS ancora valido dall’anno precedente (vedi diario “Scozia”) che da anche diritto a saltare la coda che ad aprile non c’è, abbiamo visitato quanto segue
CASTELLO EDINBURGO
CASTELLO STIRLING
ARGYLL’S LODGING
CASTELLO ST ANDREWS
CATTEDRALE ST ANDREWS
1° giorno
Arriviamo a Edimburgo alle 15.15, è sabato, il tempo è variabile e fa freddo.
Trasferimento in città con il bus AIRLINK 100 – costo 4,5 £ a testa.
Per risparmiare si può prendere un normalissimo autobus – il nr 35 – spendendo solo 1,5 £ ma fa tutte le fermate mettendoci un’eternità.
Scendiamo a West End dopo circa mezz’ora, ci avviamo a piedi verso la Guesthouse passando proprio sotto al Castello e facciamo una sosta-pranzo al pub SHAKESPEARES’S per uno spuntino (birra e nachos 8 £ circa in due).
Perplesse per le dimensioni della camera della BALMORE GUESTHOUSE, seppur ben impressionate dalla gentilezza del ragazzo che ci accoglie, lasciamo i bagagli nella stanza, ci cambiamo per uscire e ci incamminiamo verso il centro per una prima perlustrazione della città.
Ad un semaforo un cretino fa una sgommata e quello dietro di lui, cretino quanto l’altro, lo tallona a tutta velocità. Ma che si credono stuntmen? Tempo un secondo e fanno un botto micidiale. Attonite ci soffermiamo a guardare la scena poi veniamo distratte da un gruppo di ragazze decisamente folkloristiche – dress code: svolazzi, fiocchi e tacco 12 – che commentano l’incidente. Ma dove vanno queste così conciate alle cinque del pomeriggio? A una festa? Entriamo nell’ingresso del locale – THE CAV – e intuendo che deve trattarsi di un addio al nubilato restiamo favorevolmente impressionate da un paio di tocchi di gnocco SVestiti dalla cintola in su. Domandiamo ad uno dei ragazzi cosa c’è. Ci risponde beffardo che è uno strip club. Non avesse a pensare che siamo bigotte! Replichiamo con non chalance “Benissimo, si può entrare?” Si rivolge alla Direttrice che fa presente che chi non è in lista non potrebbe entrare ma se abbiamo la pazienza di far accomodare tutte le invitate guarda cosa può fare. A questo punto non possiamo tirarci indietro… e quando ci ricapita un casino del genere?
Le ragazze sono terribilmente kitch, al limite del trash. Noi neanche a Carnevale ci conceremmo così. La maggior parte è in sovrappeso, ma sono incredibilmente a loro agio tutte fasciate come salami nei loro abiti sgargianti che evidenziano i rotoli di ciccia. Entrano a frotte eccitate. Ci sono anche delle donne anziane! Vogliamo proprio vedere.
La Direttrice ci fa entrare e troviamo anche posto a sedere in seconda fila. C’è uno spazio centrale e tutt’attorno stanno sedute le ragazze. C’è anche un palco circolare dal quale si affacciano probabilmente le più timide. Il pavimento è appiccicaticcio per la birra riversata e nell’ambiente c’è un odore strano, diciamo pure un puzzo tremendo, forse un concentrato di ormoni..
Lo spettacolo si apre con una trans torreggiante che in testa indossa una parruccona e avviluppata in un abito tempestato di paillettes canta, volteggia e presenta la serata. Noi non capiamo una mazza (il termine si addice alla natura del locale) ma ciò che dice è intuibile. A proposito di mazze, entra il primo ragazzo, francamente non ricordo vestito come, che invita una ragazza ad alzarsi e a seguirlo al centro della pista. Le si struscia un po’ addosso, poi le fa il baciamano e la riaccompagna al suo posto. Sceglie un’altra ragazza, da lei si fa ravanare nei pantaloni poi con la stessa garbata modalità la riporta a sedere. Alla terza tocca leccagli la panna che si è sparato sui capezzoli, alla quarta si fa spandere l’olio sui pettorali, alla quinta con un po’ di movimenti si fa togliere i vestiti restando in mutande tra gli ululati del pubblico, alla sesta – incellofanata nella pellicola trasparente e messa distesa per terra – si sdraia sopra a rovescio appoggiandole i gioielli sul viso, poi agguanta una bandiera o un pareo, un telo insomma, e con mossa sapiente partono le mutande.
Facendo roteare e saltellare l’arnese esce di scena accompagnato da un’ovazione.
Bene, vediamo che fa il secondo.
E’ vestito da militare, questo me lo ricordo. Il numero è identico al precedente con la sola variante che quando chiede ad una vecchietta di partecipare a questa manca poco viene un infarto.
Io e Susy siamo preoccupate per i nostri vestiti. Sono nuovi (ce li siamo comprati all’aeroporto di PISA da LEOPOLDA www.bolghericashmere.it perché troppo carini per non prenderli) e se ci sbatte per terra o ce li insudicia con la panna o quant’altro? Ci fa girare le scatole… anzi le palle, per restare in tema. Ritorna la giunonica trans che a nostro avviso è il pezzo meglio dello show poi arriva un nuovo ragazzo e riparte l’esibizione. Ok, abbiamo soddisfatto la nostra curiosità e quanto allo strip visto uno visti tutti, possiamo andare. Vedendoci uscire la Direttrice ci chiede “What did you expect?”. Questa frase mi ricorda la pubblicità di una bibita interpretata da Uma Thurman. Non ci aspettavamo niente di particolare, uno spaccato di vita locale, magari qualcosa divertente alla Full Monty.. Ringraziamo per la gentilezza e l’ingresso gratuito salutandoci calorosamente.
Sarà meglio andare a cena, che qui in Scozia mangiano presto!
Vicino alla Guesthouse, sulla Leven Street c’è BENNET’S, un pub molto bello che ha sul retro un grazioso ristorante: LA PETITE MORT www.lapetitemortedinburgh.co.uk.
Con i nostri nuovi bei vestitini facciamo la nostra porca figura. C’è da dire che in Scozia son tutti vestiti in modo inguardabile e non sono minimamente interessati all’aspetto, proprio ed altrui. Raccogliamo però l’apprezzamento di una bella donna che è nel locale a cena col marito. L’unica bella donna vista in tutta la vacanza peraltro.
La presentazione dei piatti è raffinata, sono preparati con ingredienti di qualità e Hollie (la cameriera) lancia grida di giubilo ad ogni nostra scelta. Voglio provare anch’io in ufficio ad andare in visibilio ad ogni pratica che mi scaricano sulla scrivania.
Dovete sapere che in generale le portate dei piatti scozzesi sono sostanziose anche quando sono poco abbondanti e i prezzi sono cari. Conviene quindi prendere poche cose, magari dividendole, tanto gli amabili scozzesi non si straniscono affatto e ad aggiungere qualcosa si fa sempre a tempo. Inoltre, ovunque c’è un menù del giorno oppure una conveniente combinazione tra antipasto / primo o secondo / dolce o contorno.
Detto questo ecco cosa abbiamo scelto dal menù: Cullen skink risotto made with gently poached smoked haddock creamed leeks and chives (risotto con porri e erba cipollina mantecato con un saporito formaggio) ;Trio of pork – roasted loin, braised cheek and pulled pork sausage roll with a potato fondant, sautéed spinach and a red wine jus (trio di carne di maiale con spinaci); White Russian set cheesecake on a buttery hobnob base with black Russian jelly (strepitoso cheesecake).
Una curiosità: l’acqua viene servita sempre col ghiaccio e spesso è aromatizzata da pezzetti di frutta, in questo caso con arancia, anguria, cetriolo e lime. Per digerire ci facciamo fare una tisana alla menta fatta con le foglie vere, non di quelle in bustina. Costo della cena 40,55 £ in due. Abbandoniamo il ristorante estasiate.
2° giorno
Buongiorno Edimburgo!
E’ domenica, fa freddo ma c’è il sole. Alla faccia di tutti quelli che hanno gufato!
Colazione nella piacevole veranda, due chiacchiere col proprietario (iraniano) e partenza. Sul bus facciamo il DAYTICKET che costa 4 £ e ti permette di scorrazzare su e giù da tutti gli autobus tutto il giorno. Una corsa singola costa 1,5 £ quindi conviene. Il biglietto si fa direttamente sul bus ed è fondamentale avere le monete precise perché gli autisti non hanno resto. Noi abbiamo solo 6 £ ma l’autista ci fa cenno di versarli e salire. Che gentile!
Scese a George Street ci perdiamo per le vie ammirando lo stile dei palazzi e le vetrine. Per suggellare il nostro amore per la Scozia ci compriamo un grazioso anello d’argento con la simbolica croce celtica, costa poco e ci piace moltissimo. Con la solita storia del bagaglio a mano dobbiamo limitarci però, ma non possiamo non prenderci il favoloso raincoat, stile Driza-Bone, nel negozio Handloomed Scottish & Irish al 97 di Canongate. Susy lo prende fucsia ed io viola. Nonostante il fardello da portarci a giro tutto il giorno ce ne andiamo felici al PALACE OF HOLYROODHOUSE, la residenza ufficiale della Regina Elisabetta II che fu dimora di Maria Stuarda. Prima di iniziare la visita pranziamo al Café at the Palace (risotto, una patatona lessa col burro, da bere una vera limonata). La visita del Palazzo costa 11,60 £ ed è imperdibile. L’audioguida in italiano consente di apprezzarlo. L’arredamento è sobrio ma elegante. Io e Susy abbiamo letto LA STRANIERA di Diane Gabaldon e siamo emozionate dai riferimenti storici che ascoltiamo e che a quanto pare sono riportati nel romanzo sulla base di avvenimenti del passato scozzese realmente accaduti.
Immancabile la sosta nel negozio del merchandising: meravigliosi servizi in ceramica, gadgets di tutti i tipi con la corona reale, libri, creme e saponi. Già che ci siamo, ci spruzziamo un pò di profumo? mmhh… un po’ fortino.. troppo floreale.. meglio il giacinto o la lavanda.. fa un po’ anziana… aspetta, come mai è diverso da quello lì? eppure sono gli stessi aromi… vediamo che differenza c’è… oohcc….ci siamo profumate con un deodorante per ambiente!!!
Scappiamo di corsa fuori dal negozio per non strozzarci e dare libero sfogo alle nostre risate!
Un cappuccino col disegnino della corona col cioccolato prima di andar via però ci vuole e noi non ce lo facciamo mancare, siamo o non siamo due regine!
Peccato che il PARLAMENTO sia chiuso, l’avremmo visitato volentieri. E’ proprio di fronte al Palazzo Reale. Già da fuori ha un’architettura moderna intrigante e dentro pare sia ancora meglio.
Il tempo si è rannuvolato mentre entriamo nella ST. GILES CATHEDRAL, bella e imponente.
Percorriamo il ROYAL MILE e diamo un’occhiata al simpatico ROYAL MARKET allestito dentro un’antica chiesa sconsacrata.
Quando arriviamo al CASTELLO piove e fa decisamente freddo.
E’ una ginnastica continua quella che sia fa col tempo variabile. Metti il cappello leva il cappello, metti i guanti leva i guanti, metti la sciarpa leva la sciarpa, apri l’ombrello chiudi l’ombrello.
E così vi ho detto cosa portare.
Il Castello di Edimburgo è più bello come complesso che per quello che c’è da vedere al suo interno. O forse siamo un po’ stanche. Comunque è bello.
Per non saper né leggere né scrivere decidiamo di tornare alla PETITE MORT che è vicino casa e si va sul sicuro. Questo il menù scelto per cambiare: Cheese board: Aiket brie, Bandentoy blue and Cairnsmore ewes served with oatcakes, plum, and pistachio chutney and apple (un tris di formaggi sfiziosi con salsine varie che loro considerano dessert ma che noi prendiamo come antipasto);White truffle and chive gnocchi with trompette de mort mushrooms and a parsnip and asparagus puree (gnocchi al tartufo con le trobette dei morti – fungo della famiglia dei finferli – con purea di asparagi); Pan fried fillet of seabass on celeriac and apple puree with sesame and honey tempura aubergine (filetto di pesce con salsa di mele e melanzane fritte).
Scelte superlative approvate dall’entusiastica Hollie che è super felice che siamo tornate.
Il conto: 39,40 £ in due, niente tisana o si va in bagno tutta la notte, già s’è bevuto la birra, che poi in quel bugigattolo ci vengono i lividi.
3° giorno
Il programma di oggi sarebbe quello di andare a vedere la famosa Rosslyn Chapel per salire poi a Stirling. Preleviamo dei contanti con la carta di credito perché i bancomat non funzionano (tranquilli, è stato un caso, ma nel caso è meglio avere un’alternativa) e aspettiamo l’autobus nr 15 per andare al villaggio di Roslin. Peccato che non passi mai.. d’altronde è domenica.. Quando arriva, l’autista ci dice che a Roslin non ci va. Ma come.. è scritto su tutte le guide… No, dice lui, ci va il 37 che però parte da Princes Street. Non abbiamo tanta voglia e Susy teme per la sua schiena a causa del freddo. Giusto una settimana prima della partenza ha avuto il colpo della strega. Un incubo questa Scozia, stava per ripetersi il casino dell’anno scorso! Insomma tra punture e massaggi si è rimessa in piedi e per vera amicizia non m’ha detto niente per non farmi stare col pensiero che non si potesse partire neanche questa volta. Perciò dobbiamo andarci piano a girare di qua e di là con i soliti ritmi. Casomai ci si va al ritorno.
Rientrate alla Guesthouse chiediamo al gentile staff di chiamare Tony & Guy per fissarci taglio e piega. Abbiamo avuto talmente tanto da fare prima della partenza che neanche i capelli ci siamo sistemate! Siamo fortunate perché c’è posto. Ci andiamo con i bagagli così poi si parte direttamente da lì. Pur non capendoci un gran ché – perché io l’inglese lo so, ma lo scozzese è un po’ diverso e se poi si parla di cose tecniche mica conosco tutte le parole… – riescono a farci il taglio desiderato.
Soddisfatte e rimesse a nuovo andiamo a pranzo da FISHERS IN THE CITY in Thistle Street, elegante e rinomato ristorante di pesce. Buono l’Hach Fillet ma a mio avviso da non strapparsi i capelli, oltretutto appena fatti… Il Pudding Sticky Caramel invece è strepitoso. Ci sanno fare questi scozzesi con i dolci… Costo del pranzo 34 £ in due.
Fa molto freddo ma noi abbiamo di che coprirci.
Arriviamo a piedi alla WAVERLY STATION che ha una bella sala d’aspetto.
Il biglietto del treno per Stirling costa 8,50 £ cad.
Il treno è un mezzo confortevole e in un’ora e mezza circa arriviamo a destinazione.
Mi spiace non aver fotografato le strane nuvole (tonde!) viste al nostro arrivo a STIRLING.
C’è un bus che fa il giro della cittadina a ritmo continuo. Lo STIRLING YOUTH HOSTEL si trova in cima alla salita e nel giardino che lo circonda ci sono delle tombe.
Poco distante si trova la HOLYROOD CHURCH che però è chiusa (apre a maggio) e più su c’è il famoso STIRLING CASTLE, uno dei più belli della Scozia. Però la guida lo dice di tutti i castelli.
“Reccia” – ovvero Richard – ci da le chiavi della camera dell’ostello che però ha la finestra stroncata e non si chiude. Ci facciamo cambiare stanza, molliamo i nostri averi e usciamo.
Nevicaaaaa!! E’ meraviglioso il contrasto della neve che cade sugli alberi fioriti.
Un attimo dopo torna a risplendere il sole.
Facciamo un giro per Stirling che però non ha ancora aperto per la stagione turistica. Un mortorio e fa freddo. Beviamo una birra in un pub poi si va a cena da HERMANN’S www.hermanns.co.uk, in cima alla Broad Street ed in prossimità dell’ostello. E’ anche l’unico ristorante che, perlustrando la città, ci abbia attirato all’infuori di un paio di pub. La scelta si rivela azzeccatissima. L’ambiente è molto piacevole, il camino è acceso e stasera c’è pure uno scozzesone col kilt e la cornamusa. Probabilmente è stato ingaggiato per una comitiva che è seduta nella veranda. Sentiamo infatti che ad un certo punto racconta una storia con enfasi teatrale e poi fa una suonatina. Bella atmosfera.
Zuppa, patè casereccio di petto d’anatra (mondiale) e spetzle (il proprietario è austriaco) ci vengono serviti premurosamente da due bravi e bei ragazzi, David e Vlad. Uno dei due tentando di dire qualcosa in italiano ci chiede “Mangiare bellissimo?” Rispondo “Mangiare buonissimo, tu bellissimo” e lo faccio arrossire. In Scozia le birre di marca internazionale, come Peroni, Becks, Heineken vengono servite fredde mentre le Ale, poco gassate e molto buone, vengono bevute a temperatura ambiente, una vera scoperta. Assaggiamo una Ale SANDA BLACK.
Al termine della cena l’aitante Sig. Hermann ci offre un whisky, rigorosamente allungato con l’acqua. Qui infatti non si beve liscio o con ghiaccio ma con un po’ d’acqua e devo dire che si assapora meglio, soprattutto non da fuoco allo stomaco.
4° giorno
I letti dell’ostello non sono esattamente comodi, devono avere delle vecchie reti bitorzolute. Siete avvisati. La sveglia ci viene data dalla sirena antincendio, decisamente un modo molto efficace per buttarti giù dal letto. Gli scozzesi sono già tutti pronti ad uscire compostamente, vestiti e con i bagagli in mano, ma come hanno fatto? Io e Susy, in pigiama, tutte scompigliate e con gli occhi mezzi chiusi, ci affacciamo nel corridoio e veniamo sollecitate da questi “coinquilini” ad uscire..
Macché.. vado a sentire.. io non sento puzzo di bruciato… sono anche addetta antincendio dove lavoro! Infatti: falso allarme, la sirena è partita per sbaglio.
Mentre facciamo colazione il simpatico John, un attempato signore che lavora in cucina, ci porta in visione un librino che racconta la storia dei 600 italiani prigionieri di guerra nelle isole Orkney con le foto della Cappella dipinta da uno di loro, Domenico Chiocchetti. Pare che al termine della guerra i militari non vollero più venir via.
Il CASTELLO DI STIRLING apre alle 10.00. Nell’attesa curiosiamo dentro al bel negozio posto su un lato del piazzale. Il Castello è davvero spettacolare. Un intero borgo ben preservato e restaurato contenente diversi edifici, alcuni sono ancora arredati. Con l’ausilio dell’audioguida la visita impegna circa tre ore. L’ambientazione è magnifica, nella zona delle cucine sono riprodotte le scene di vita. In una stanza del Castello troviamo addirittura una figurante in costume. Allora anche noi! ci divertiamo un sacco nella stanza dove sono appesi i vestiti d’epoca che il pubblico può provare. Ci prendere il ridere come al solito … sono un po’ piccoli.. perché forse sono per i piccoli!
Pranziamo da Herman’s, a cui ormai siamo abbonate assaggiando l’Haggis, uno dei piatti scozzesi più famosi: polmone di agnello cotto per ore e mischiato al grasso cotto di manzo con cipolla, avena, spezie, macinato e cotto al vapore. Per i nostri gusti ha un sapore troppo particolare che non ci entusiasma ma era doveroso assaggiarlo.
Visitiamo anche ARGYLL’S LODGING, la dimora di un Conte, poi scendiamo in paese a fare un giro. Al ritorno Susy si fa fare un massaggio thailandese da cui trae beneficio per la schiena mentre io, che ho urgenza di un bagno, mi salvo utilizzandone uno del lussuoso Stirling Highland Hotel perché non credo di poter arrivare fino all’ostello. Sarà stato l’Haggis..
Ultima cena da Hermann’s dove i nostri David e Vlad ci hanno riservato un tavolo nella veranda che ci piace tanto.
5° giorno
Con il bus nr 23 andiamo fino a ST ANDREWS (8,20 £ cad) dove cambiamo prendendo il bus X60 per St Monans (4,20 £ cad).
ST MONANS è un piccolo paese di pescatori dove tira un forte vento ed in giro non c’è nessuno.
Con Ann abbiamo appuntamento alle 16.00. Nel frattempo possiamo pranzare.
L’unico ristorante aperto è CRAIG MILLAR www.16westend,com, un ristorante stellato Michelin. La proprietaria ci invita ad entrare con molta cortesia, senza giudicarci dall’apparenza. Che bella cosa! Che senso di libertà!
Le vetrate del locale sono rivolte verso il mare per una vista appagante e rilassante. Fotografiamo i nostri piatti prima di mangiarli perché sono veramente belli e ovviamente anche buoni.
Per ammazzare il tempo restiamo nel salotto del ristorante dove c’è un camino acceso a sorseggiare un whisky. Susy beve un amabile AUCHENTOSHAN, sembra caramellato, io invece preferisco un ARDBEG invecchiato dieci anni dell’Isola di Islay, torbato, smoky, un concentrato di sensazioni ad ogni sorso. Il conto ammonta a 60,50 £ in due.
Alle quattro spaccate arriva Ann a tutta velocità su una Fiat Cinquecento. Già a vederla questa donna ci piace, ha un volto proprio simpatico. La Guesthouse GRANNIE’S HARBOUR www.granniesharbour.co.uk è incastonata tra altre bellissime case proprio di fronte al porto. La nostra stanza è a terzo piano e accanto alla finestra affacciata sul molo c’è un tavolino dove possiamo fare colazione. Un incanto. Lo scorso anno, quando è saltato il viaggio perché sono stata male, Ann è stata squisitamente gentile e comprensiva e non ha voluto niente della prenotazione annullata per il soggiorno purtroppo sfumato. Perciò abbiamo pensato di portarle un pensierino per ringraziarla: un ciondolo d’argento fatto da un artigiano fiorentino che riproduce il Ponte Vecchio. Ann lo apprezza moltissimo perché è stata a Firenze e riconosce subito il nostro famoso Ponte ma soprattutto per questa piccola attenzione.
Facciamo subito una bella passeggiata lungo la scogliera fino alla Chiesa col suo bel cimitero e oltre fino a dei ruderi. Tutt’intorno i prati sono perfetti e le mucche al pascolo completano il quadro bucolico.
Siccome la stagione apre a maggio è ancora tutto chiuso, ormai s’è capito. Il ristorante stellato Michelin è ottimo ma non possiamo dilapidarci per mangiare. Ann ci propone un passaggio fino ad ELIE, un paese distante un paio di miglia. Il suo pub preferito è chiuso ma c’è il “19 HOLE” ispirato al gioco del Golf. Ceniamo con burger e fish& chips, niente di leggero. Alle dieci Ann torna a prenderci e ci porta a casa.
C’è un silenzio fantastico in questo posto ed il rumore della risacca del mare ci culla verso il riposo.
6° giorno
Oggi visiteremo i paesi della costa fino a St. Andrews muovendoci in autobus.
Il costo del bus nr 95 da St. Monans a Crail è pari a 3,50 £ cad e siamo le uniche turiste.
Facciamo due passi lungo il corso principale di CRAIL e nei giardini che si affacciano sul mare. Visitiamo la POTTERY quasi con l’intento di portarci a casa una tazza come souvenir ma desistiamo visto il prezzo esorbitante (20 £). Belle eh, ma non da spenderci questa cifra.
Con la scusa che vengon giù due gocce ci rintaniamo in un delizioso negozietto – CRAIL HARBOUR – pieno di ninnoli marinareschi che ha un piccolo angolo di Paradiso, ovvero una terrazza fronte mare, dove consumiamo un buon cappuccino confortate dai plaid contro il freddo e il vento. Sono attrezzati per ogni evenienza…
Riprendiamo il nostro tour salendo nuovamente sul bus nr 95 – costo della corsa da Crail a St. Andrews 4,20 £ cad. ST. ANDREWS, famosa città universitaria e patria del golf a livello mondiale, è piena di gente anche se è inverno! La giriamo in lungo e in largo infilandoci ovunque. Il nostro Pass consente la visita del Castello e della Cattedrale: entrambi dei ruderi ormai, bisogna lavorar di fantasia per immaginarne il fasto originale. Prima però ci vuole un fermino per lo stomaco.. andiamo al CRITERION PUB, popolato da gente locale, dove assaggiamo un’altra specialità scozzese ovvero il PIE, un tegame di roba in pasta sfoglia.
Ecco la loro descrizione Huge weaty feast with potatoes and peas, all topped with puff pastry, disponibile in tre versioni Steak & Ale, Chicken & Ham, Venison (daino) and Ale.
Belle satolle possiamo andare a visitare i resti del ST ANDREWS CASTLE e l’area della ST ANDREWS CATHEDRAL dove, oltre al bel giardino cimiteriale, c’è una Torre sulla quale è possibile salire e un piccolo Museo orgogliosamente ben tenuto.
Mentre Susy si rilassa un attimo nel giardino io mi faccio la scalata della Torre, una fraccata di scalini a chiocciola, e giunta in cima vengo ripagata da un bellissimo panorama con arcobaleno sul mare.
Col nostro bus 95 ritorniamo a ST MONANS la cui quiete ed atmosfera sono impagabili, un vero balsamo per le nostre anime. Ann ci ha prese in simpatia e ci invita a bere un bicchiere di vino nel suo appartamento al piano di sotto. Con la nostra presenza abbiamo stimolato la sua assopita vena artistica ed è raggiante nel mostrarci il suo nuovo quadro. E’ una donna veramente piacevole per fare conversazione e il vino, un ottimo rosso argentino, ci scioglie la lingua. Oh my! Siamo talmente rilassate che abbiamo completamente dimenticato di prelevare i contanti a St. Andrews!! E come paghiamo Ann?? (non ha la macchinetta per usare le carte e lo sapevamo). In vino veritas confessiamo la nostra storditaggine e Ann reagisce con una gran risata. Evviva la franchezza! Evviva la comprensione! Evviva evviva sì ma bisogna pagarlaaaaa… “No problem., mi fate un bonifico quando rientrate in Italia..” Ma stiamo scherzando? Susy avvisa suo marito e le figlie che prontamente si attivano per farle subito il bonifico. Ma i soldi per la corriera per tornare a Edimburgo li abbiamo?? E giù risate.. C’è poco da ridere, qui non c’è nulla, né una banca né un Atm. L’ufficio postale è poco più che uno sgabuzzino con una specie di cartoleria nella stanza attigua e non opera cambio moneta.
Peccato che l’EAST PIER Smokehouse sia chiuso, avremmo mangiato volentieri anche l’aragosta!
Ci siamo perciò organizzate comprando a St. Andrews un buon formaggio locale, chutney e pere da MITCHELL www.mitchellsdeli.co.uk per una cenetta da consumare in camera nel nostro cantuccio magico accanto alla finestra.
Prima di coricarci contiamo febbrilmente tutti i nostri spiccioli.. ok, fino a Edimburgo ce la dovremo fare…
7° giorno
Il cielo è più limpido che mai ma il cuore è stretto nel dover lasciare St. Monans.
Fatta colazione ci concediamo un’ultima passeggiata sul molo respirando a fondo la brezza marina.
Ad un certo punto Susy, calma, mi chiede “Scusa Charlie, ma… a che ora passa l’autobus?” Aaaaarrrgggghhhhh! Questo relax ci ha letteralmente rintontiteeeeeeeee!!!!
“Prestoooooo, c’è tra dieci minutiiiii, se lo perdiamo il prossimo è tra un’oraaaaaa”.
Trafelate ci precipitiamo in casa entrando come due uragani, Ann sembra quasi girare su se stessa mentre le passiamo accanto alla velocità della luce e ride già immaginando che ne abbiamo combinata un’altra delle nostre. “Aaaaannnnn scusa ciaoooo dobbiamo scappareeeeee”.
Lei commenta ridendo “vi vedevo così tranquille, ho pensato che voleste prendere il prossimo bus, ahhahhha, volete un passaggio con la macchina fino alla fermata?”.
“Siiiiiii, grazie sei un angelooooo”.
Ci catapultiamo nella sua Cinquecento, io sbaglio pure l’ingresso, la guida è a destra mannaggia. Ann divertita parte a razzo implorando “Per favore tornate!! Aahhhahhha! Siete troppo pazze aahhhahha! Mi ricorderò di voi!!”.
Aspetta, non è finita, ci basteranno i soldi per l’autobus? Intanto per nostra fortuna il bus nr X60 passa con un leggero ritardo. Il biglietto costa 11,10 £ a testa, quindi 22,20 £ in due. Li abbiamo con un residuo in cassa di circa 10 £, sarà troppo? Arrivate a Edimburgo prendiamo un bus che va a LEITH, ovvero nella zona portuale della capitale, facendo un DailyTicket quindi se ne vanno altre 4 £ a testa e scendiamo alla fermata che è proprio davanti all’HOLIDAY INN EXPRESS EDINBURGH WATERFRONT. Siamo due signore, con sole due sterline in tasca, ma signore.
L’albergo è nello standard della catena ma è ok. L’abbiamo scelto per essere a due passi dal Royal Yacht Britannia che visiteremo domani mattina prima di andar via. Col nostro giornaliero prendiamo un bus per andare nella zona del Leith Walk, ma canniamo la destinazione. Senza perderci d’animo intanto vediamo di pranzare – al The Bonnington, un pub che non so dirvi dov’è e neanche lo ricerco per segnalarvelo perché non è degno di nota – poi correggendo il tiro scendiamo vicino a Reburn Place e facciamo una passeggiata nel verde lungo il fiume, doppiando il St Bernard’s Well, la statua della dea greca della salute (Igea), il Dean Bridge, e giungendo al Dean Village che francamente ci aspettavamo più caratteristico. La Susy non ne può più. Ricordiamoci che è partita nonostante il colpo della strega.. Bene, quindi non è il caso di continuare in una maratona che voleva includere una breve visita della National Gallery of Scotland, della Royal Scottish Academy e del Writers Museum. Oltrettutto tutti i musei chiudono alle cinque, anche potendo non ci si farebbe lo stesso. Facciamo una scelta, con apprezzabile sforzo di Susy, e visiamo la SCOTTISH NATIONAL PORTRAIT GALLERY sulla Queen St, attirate dallo splendore dei suoi interni visti in foto, che effettivamente meritano e se dovete pranzare suggerisco il Cafe Portrait all’interno della galleria. Ho visto passare dei piatti appetitosi. Gli affreschi sono bellissimi, l’architettura anche, curiosa la sala della biblioteca con le teste di gesso di personaggi famosi, illustri medici, inventori e scrittori nonché inquietanti malviventi come la coppia dei trafugatori di cadaveri Burke & Hare.
Da WHITTARD www.whittard.co.uk in Princes Street, assaggiamo alcune miscele di tè, tutte buonissime. Io mi compro quella all’whisky. Dopo aver vagliato i locali lungo lo Shore per la sera, belli ma decisamente cari, torniamo in Hotel per una doccia rigenerante. Per l’ultima serata optiamo per una passeggiata sul Royal Mile, che essendo piena di locali dovrebbe offici qualcosa di interessante. I pub sono tutti pieni ma in giro non c’è poi molto. In estate ci sarà senz’altro più movimento. Cena da dimenticare in un pub dimenticato, appunto. Ci rifacciamo con un whisky in un pub dove un paio di ragazzi cantano e suonano la chitarra per una degna conclusione di giornata con le sonorità della musica celtica.
8° e ultimo giorno
Fatta colazione in albergo andiamo a piedi all’Ocean Terminal, attraversando il centro commerciale, per essere ai blocchi di partenza all’apertura del ROYAL YACHT BRITANNIA www.royalyachtbritannia.co.uk – orario 9.30-16.00 (calcolare 2 ore di visita) – costo 14 £ a testa con audio guida.
L’ex panfilo reale (Carlo e Diana ci hanno fatto il viaggio di nozze) è assolutamente da visitare. La Regina Elisabetta l’ha arredato con sommo gusto, scegliendo anche il colore dello scafo, un blu estremamente elegante. E’ affascinante immaginarne la vita a bordo, la preziosa audioguida permette di conoscerne dati tecnici e curiosità, gli ospiti che sono stati a bordo, le terre lontane che ha raggiunto, comprendere la perfetta organizzazione e autonomia passando dalla lavanderia alla sala operatoria in caso di bisogno. La sala macchine è un gioiello di ingegneria.
Paghe di questa visita ritiriamo i nostri bagagli in hotel e andiamo all’aeroporto con un Airlink che prendiamo sul North Bridge, il ponte vicino alla Waverly Station.
Calcolate 40 minuti di trasferimento bus e almeno una buona mezz’ora, anche di più, per gli scrupolosi controlli in aeroporto.
Il tempo di questa vacanza è volato e le cose da visitare restano tante, anche solo ad Edimburgo, figuriamoci in tutta la Scozia. Ci vogliamo tornareeeeeeeeeeeeee!!!!